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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Renzi e il sindacato. Segnalazioni dai quotidiani nazionali di martedì 4 novembre


Bankitalia promuove la manovra, ma al tempo stesso lancia un forte allarme sulle pensioni auspicando la temporaneitàdel provvedimento sul trasferimento del Tfr in busta paga. Rischiano infatti di essere penalizzati proprio i lavoratori più deboli. Lo ha spiegato ieri il vicedirettore Signorini, durante l'audizione in Parlamento sulla Legge di stabilità. E mentre in Parlamento si discuteva di Legge di stabilità, a Brescia, in concomitanza con l'assemblea degli industriali a cui ha partecipato il presidente del Consiglio Renzi, gruppi estranei al sindacato si sono scontrati con le forze dell'ordine e nel corso degli incidenti sono stati feriti due agenti. La Cgil ha voluto stigmatizzare subito l'accaduto con una nota in cui si esprime solidarietà ai poliziotti feriti. "La libera espressione delle idee non può mai trascendere in episodi di violenza: in ogni situazione devono
essere rispettati i confini della normale dialettica democratica". Allo stesso tempo la Cgil risponde al premier Renzi che è tornato ad attaccare il sindacato evocando un misterioso complotto per spaccare il Paese sulla pelle dei cassaintegrati e dei disoccupati. Nel frattempo il Viminale vara le nuove regole di comportamento delle forze di polizia in piazza. Prosegue la mobilitazione della Cgil. Domani toccherà ai pensionati con le manifestazioni in tre città organizzate unitariamente dai sindacati dei pensionati che aderiscono a Cgil, Cisl, Uil. I segretari generali Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Luigi Angeletti parteciperanno alla manifestazione all'Auditorium di Roma. Sabato sarà invece la volta dei lavoratori pubblici con la manifestazione di Roma in piazza del Popolo alla quale parteciperà il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Sul fronte dell'economia
l'Istat certifica il fallimento delle misure per la crescita, mentre la Confindustria applaude la manovra di Renzi. Oggi negli Stati Uniti sarà il giorno più lungo per il presidente Obama. Tutti i sondaggi prevedono la sconfitta dei Democratici. A rischio è soprattutto il voto dei giovani e delle minoranze.

Cgil: il premier Renzi è troppo nervoso e non dice come si crea lavoro

"C'è molto nervosismo nelle parole del presidente del Consiglio che ancora una volta evoca fantasmi e complotti, lancia invettive e ammonimenti, ma evita accuratamente di dire come si crea lavoro e come si rilancia il Paese". Lo sostiene una nota diffusa ieri dalla Cgil, che ricorda come nel frattempo delle polemiche, "la disoccupazione e la cassa integrazione continuano ad aumentare e i debolissimi segnali di ripresa del mercato del lavoro rischiano di rivelarsi effimeri". Il precariato aumenta, grazie anche alle politiche contraddittorie sul mercato del lavoro, mentre il governo continua a non avere né una politica per l'occupazione né una politica industriale. Si limita a rincorrere le emergenze, senza per altro riuscire a risolverle, togliendo i diritti e non allargando le tutele. Quella imboccata non è la strada giusta. "Al contrario - sostiene la Cgil - è proprio
quella che divide il Paese. Dal governo ci aspetteremmo indicazioni chiare sui settori strategici che si vogliono incentivare, sugli investimenti da adottare, sulle politiche attive per il lavoro, su quelle fiscali a favore dei più deboli, su come ridurre le diseguaglianze. Dal presidente del Consiglio vorremmo sentire qualche accusa in meno e qualche riflessione in più sugli errori della finanza e delle imprese. Sulle polemiche innescate ieri dalle dichiarazioni del premier Renzi, da segnalare anche l'intervista su Repubblicadel segretario generale dello Spi Cgil, Carla Cantone, alla vigilia delle manifestazioni di domani dei pensionati: "Il premier ha creato la divisione e adesso è lui a fare la vittima" (p.4).

Le nostre proposte per il lavoro

Rispondendo ieri alle invettive pronunciate dal presidente del Consiglio, Matteo Renzidurante l'assemblea degli industriali a Brescia, la Cgil ha ricordato le proposte sul lavoro e l'economia. Si tratta di proposte organiche inserite in un disegno preciso e non certo di improvvisazioni dell'ultima ora. La Cgil ha infatti avanzato da tempo una proposta seria per creare lavoro e per dire basta al precariato. Ha presentato: un Piano per il Lavoro, un piano straordinario per l'occupazione; una riforma per creare ammortizzatori sociali universali; una riforma dello Statuto dei Lavoratori, per estendere a tutti diritti e tutele universali. La Cgil è per un contratto a tutele crescenti, che faccia del lavoro a tempo indeterminato la principale forma di impiego e rivendica un lavoro dignitoso e sicuro, anche attraverso la cancellazione delle forme contrattuali precarie che si sono
moltiplicate a dismisura. Piuttosto che strizzare l'occhio agli imprenditori, inventarsi strani e improbabili complotti o buttarla in politica, Il presidente del Consiglio dia risposte serie ai problemi seri del Paese.

Analisi, commenti e interviste su Jobs Act e politiche economiche

Il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, con una intervista di Alessandro Barberasu La Stampa, (p.5) ribadisce le intenzioni del governo sui provvedimenti sul lavoro. Il Jobs Act non si cambia e le mobilitazioni in corso sono giudicate scioperi politici, anche se bisogna sempre rispettare che perde un giorno di paga per andare in piazza. Alla domanda sulle possibili modifiche della delega sul lavoro alla Camera, Poletti risponde così: "C'è una discussione parlamentare in corso: vediamo come si sviluppa. Peraltro il Partito democratico ha definito formalmente la sua posizione in una riunione di direzione. E ciò che pensa il governo è scritto nella legge e nel mio intervento al Senato. Quindi per quanto mi riguarda, la legge potrebbe essere approvata nel testo attuale". Sulla stessa scia il retroscena di Valentina Conte e Goffredo De Marchis su Repubblica, "Ultimatum sul Jobs
Act, tempi certi o non tratto" (p.2 e 3). "Renzi mette il timbro alla trattativa sul mercato del lavoro, scrivono Conte e De Marchis, anche se continua il gioco delle parti. Il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei non esclude che alla Camera sia ripresentato alla lettera il testo approvato al Senato, poi ci penserà Poletti con i decreti delegati a precisare il Jobs Act". Sempre sulla Stampa l'editoriale di Stefano Lepri è dedicato alla difficoltà di rilanciare il Paese ("Per crescere, tagliare più spese", è il titolo). "La capacità dei governi italiani di contrastare la recessione con interventi di bilancio (meno tasse o investimenti utili) - scrive Lepri - è pesantemente limitata dal fardello del debito pubblico che ci portiamo addosso. Pesa l'eredità di scelte sbagliate dei governi passati: soprattutto negli anni dal 1981 al 1991 e dal 2000 al
2004". E a proposito del Tfr in busta paga sul giornale torinese parla un esperto, Giuliano Cazzola, "Una mossa da ultima spiaggia" , (Paolo Baroni, p.7). Sul Corriere della Sera il commento di Danilo Taino sulla ripresa che forse verrà: "Chi ha ragione, Padoan o l'Istat?" (p.3). Si tratta di un'argomentazione tesa a dimostrare che con la sola macroeconomia non è possibile cavarsela come dimostra il dibattito in corso. Sulla situazione dell'economia mondiale parla l'economista Nouriel Roubini su Repubblica: "Paralisi politica un rischio per tutti, senza le riforme si fermano i mercati" (p.15).

Sulla sfida di Renzi al sindacato

Su La Stampa scrive Federico Geremicca ("Sfida aperta tra premier e sindacato"). Secondo Geremicca il ricorso alla teoria del complotto da parte del premier Renzi oscura la sua filosofia del sorriso. C'è un evidente cambio di clima, il leader si sente braccato. A proposito del ricorso alla teoria del complotto e agli attacchi di ieri anche a Scalfari che aveva parlato di "uomo solo al comando", il fatto che Renzi ricorra al complotto per difendersi potrebbe avere anche un risvolto psicologico. "Può darsi - scrive Geremicca - si tratti perfino di una sorta di autodifesa psicologica da parte di un leader che presume molto di sé, che ama essere amato e che ha forse difficoltà ad accettare che qualcuno possa non restare ammaliato dalle sue sirene politiche: ma se anche fosse così il dato non cambia".  A proposito delle dichiarazioni e degli attacchi al sindacato di
Renzi sul manifesto scrive Andrea Fabozzi, "L'estremista nazionale".

Cultura, storia e memoria

Abbiamo un debito con milioni di giovani che sono stati mandati a morire sui fronti della Prima Guerra mondiale senza che nessuno abbia mai spiegato loro il perché. C'è stato un grande tradimento. E' questo il motivo che ha spinto il grande regista Ermanno Olmi a produrre il film "Torneranno i prati". Se ne parla oggi su molti quotidiani e sui siti web. Sulla Stampa (p.31) scrive Mattia Feltri, "Quando il nemico era il tuo generale". Sempre sulla ricorrenza della Prima Guerra da segnalare l'editoriale di  Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera: "Il filo sottile della memoria". Sul quotidiano Il Garantista, da segnalare una intervista sul pontificato di Francesco al teologo Leonardo Boff,uno dei padri della teologia della Liberazione: "Il Papa è figlio della teologia della liberazione" (Angela Nocioni, p.8).

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