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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Segnalazioni dai quotidiani nazionali di lunedì 3 novembre


Al via oggi una nuova settimana di mobilitazione della Cgil contro le politiche di austerità, i tagli annunciati dal governo nei settori del welfare e la nuova precarizzazione del lavoro. Cominceranno mercoledì i pensionati, con una mobilitazione unitaria di tutti i sindacati confederali che insieme allo Spi Cgil scenderanno in piazza in tre città: Palermo, Milano e Roma all’insegna dello slogan “Non stiamo sereni. I pensionati vogliono delle risposte”. Sabato 8 novembre toccherà poi ai lavoratori del pubblico impiego. Lo slogan/hashtag  scelto dai sindacati è “Pubblico6Tu”. Sarà una grande manifestazione nazionale in difesa dei servizi pubblici e dei settori della conoscenza, l’unico argine a una crisi che impoverisce le persone e aumenta le diseguaglianze. Il Direttivo nazionale della Cgil è convocato invece per la prossima settimana, il 12 novembre. All’ordine del giorno della discussione ci saranno i provvedimenti del governo e gli aggiornamenti sulla legge delega sul lavoro. Spetterà ai membri del Direttivo decidere sulla prosecuzione della mobilitazione contro le misure del governo e quindi anche sullo sciopero generale. Per quanto riguarda i metalmeccanici, la Fiom ha già deciso: otto ore di sciopero e due manifestazioni a Milano e Napoli il 14 e il 21 novembre prossimi. Nel fine settimana il segretario Maurizio Landini è tornato ad attaccare il governo Renzi che pretende di governare contro i lavoratori. Il premier Renzi ,da parte sua, sfida la minoranza del Pd e blinda il Jobs Act. Dati sempre più allarmanti sulla cassa integrazione. Per far ripartire l’economia servirebbero forti investimenti pubblici. Dati allarmanti anche sui fondi pensione: con la nuova tassazione ci sarà anche un taglio dei rendimenti. Continua la battaglia dei lavoratori delle acciaierie di Terni. Per martedì previsto un sit-in a Bruxelles. Sciopero a Fiumicino contro i licenziamenti nel settore dello smistamento bagagli. In agitazione anche gli infermieri pubblici.

Crisi: più di un milione di lavoratori in cassa integrazione

Da gennaio a settembre risultano coinvolti dalla cassa integrazione oltre un milione di lavoratori, di cui 525 mila a zero ore, con un'assenza completa di attività  produttiva. Con la crescita del ricorso alla Cig precipita il reddito degli addetti: nei primi nove mesi dell'anno hanno perso complessivamente oltre 3 miliardi e cento milioni di euro, 5.900 euro nette in meno in busta paga per ogni singolo lavoratore. Questi alcuni dati del rapporto dell'Osservatorio Cig della Cgil, frutto delle elaborazioni sulle rilevazioni dell'Inps. "Il numero dei 525 mila potenziali lavoratori in Cig a zero ore, sommato al sempre piu' allarmante tasso di disoccupazione giovanile, dimostra l'urgenza di un piano di investimenti per far ripartire la produzione e di un piano del lavoro per i giovani". Lo ha detto il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, commentando i dati sugli
ammortizzatori sociali.

Analisi, commenti e interviste

Welfare e fondi pensione

E’ il Sole 24 ore che dedica oggi un approfondimento agli effetti della nuova tassazione ipotizzata per i fondi pensione. Il Fisco taglia l’assegno fino all’11% è il titolo dell’articolo di Claudio Pinna (p.6). Nello scenario peggiore che viene fuori dalle simulazioni effettuate, la prestazione finale che spetterà al lavoratore che ha versato i suoi soldi nei fondi pensione potràridursi anche di 37 mila euro, mentre con la richiesta del Tfr in busta paga diminuiranno gli accantonamenti per la pensione. Le previsioni e le simulazioni sono ovviamente molto diverse, ma una cosa è certa: l’aumento dall’11% al 20% della tassazione sui rendimenti annui dei fondi pensione prevista dalla Legge di stabilità ridurrà la prestazioni finali nette.

Ora abbassare le tasse sul Tfr? Le interviste al viceministro Morando

Il viceministro Enrico Morandointerviene oggi con due interviste, una a La Stampa e una al quotidiano nazionale (La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno) sulla manovra del governo. Ovviamente il viceministro difende le scelte dell’esecutivo; la riforma porta più welfare e meno contributi, non incoraggia il precariato (p. 4 della Stampa). L’intervento legislativo, spiega Morando, è solo una parte del cammino, serviranno risorse. Abbiamo fatto la nostra parte togliendo dalla base imponibile Irap il costo del lavoro. Sui giornali del quotidiano nazionale, Morando pensa al calo delle tasse sul Tfr. Sugli stessi argomenti era intervenuto ieri sempre sul Giorno, Il Resto del carlino, la Nazione, il sottosegretario Pier Paolo Baretta che si è rivolto direttamente alla Cgil: “Serve una svolta, basta ideologia sulla pelle del Paese.

Ricercatori. Solo uno su 100 trova posto nelle Università

“Ricercatori precari a vita, porte chiuse negli Atenei” è il titolo dell’articolo di Flavia Amabile su La Stampa di oggi (p.3). Solo un ricercatore su cento, scrive Amabile, nelle università italiane ha davanti a sé una possibilità vera di stabilizzazione, gli altri 99 stanno perdendo tempo. O più semplicemente stanno preparando le valige per andare altrove, a “molti chilometri da un’Italia che, lontano dai proclami dei consigli dei ministri di ogni colore politico non riesce a fare nulla per i suoi cervelli”. I nuovi dati sullo spazio reale che viene concesso ai ricercatori sono stati prodotti dall’Apri, l’associazione precari della ricerca.

Acciaierie di Terni: lo sciopero continua

La notizia della mobilitazione dei lavoratori dell’Ast di Terni viene ripresa oggi su La Stampa (p.5). Continua lo sciopero che era cominciato 12 giorni fa e martedì è prevista una trasferta a Bruxelles dove una delegazione terrà un sit-in e cercherà di incontrare i rappresentanti delle istituzioni della Ue. Per giovedì è invece previsto un nuovo incontro al Ministero dello Sviluppo per discutere il piano industriale.

Se manca una strategia sull’acciaio

“Nelle prossime settimane il governo Renzi non dovrà soltanto spendersi nel sostegno in Parlamento a un ingorgo di provvedimenti legislativi relativi alla manovra economica e alla riforme. Sulle scrivanie dei ministri economi e del presidente del Consiglio esiste di fatto un dossier acciaio. Lo scrive Mario Deaglio nell’editoriale di oggi su La Stampa. Tale dossier potrebbe spostare l’attenzione del Parlamento e del Paese dalla finanza pubblica all’economia reale, con effetti molto significativi sull’intero sistema economico. Sullo stesso argomento, la strategia pubblica per l’acciaio è intervenuto ieri su Repubblica, Alberto Statera, “Che nostalgia dell’acciaio di Stato”

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