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Il ministro Boschi: in piazza qualche frase di troppo. Renzi alla Leopolda: il tempo del posto fisso è finito. Segnalazioni dai quotidiani di lunedì 27 ottobre


“L’epoca del posto fisso è passata per sempre e io non darò il Pd in mano ai reduci. Vogliono fare qualcosa a sinistra? Facciano pure, ma io non permetterò rotture”. Concludendo ieri la convention della Leopolda il premier segretario Matteo Renzi è tornato ad attaccare la minoranza del Pd, ma anche la Cgil, utilizzando in qualche passaggio anche parole forti all’insegna della sua battaglia continua contro ogni residuo di passato. L’articolo 18? E’ come utilizzare i gettoni del telefono per l’i-phone. Non ci deve insegnare a fare i selfie, gli ha risposto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: “Ci pare piuttosto sia lui ad avere un problema: non sa maneggiare la memoria per imparare rispetto al futuro”. Per la Cgil è evidente che il presidente del Consiglio non abbia in realtàargomenti per contrastare le cose sostenute in piazza San Giovanni a
proposito dei cambiamenti necessari della delega del lavoro. E oggi il governo incontrerài vertici dei sindacati confederali al Ministero del lavoro per illustrare le ultime scelte in tema di Legge di stabilità. La Cgil spera che questa volta si abbia davvero l’intenzione di discutere, anche se il ministro Poletti è tornato a blindare il Jobs Act alla vigilia della discussione alla Camera. La Cgil intanto rilancia dall’Expo di Milano la campagna nazionale sulla legalità. Doccia fredda dalla Bce: le banche italiane superano lo stress test, meno due, Mps e Carige.

Il ministro Boschi in tv: in piazza qualche frase di troppo

"Non vorrei che si creasse un clima di contrapposizione, la piazza e la Leopolda sono due realtà diverse, non contrapposte. La Leopolda non ha mai parlato contro, non é mai stata una protesta fine a se stessa, in piazza ieri qualche frase pesante contro il Governo c'é stata. E' stata una bella piazza, ma ci sono stati dei toni che alla Leopolda non ci sono stati". Lo ha afferma ieri il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi a ' Che tempo che fa'.

Il ministro Poletti: il nostro Jobs Act non si tocca

“Il cuore del Jobs Act non si tocca” è il titolo dell’articolo di Nicoletta Picchio sul Sole 24 a proposito della nuova presa di posizione del ministro Giuliano Poletti che risponde così alla manifestazione della Cgil di sabato. “Il cuore della legge – dice Poletti – ovvero il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti è per noi il perno e resta assolutamente valido”. Secondo il ministro esiste una coerenza assoluta tra legge delega sul lavoro e legge di stabilità dove si dovrebbero trovare anche le risorse per gli ammortizzatori sociali. Nell’articolo di Nicoletta Picchio si fa anche il punto sul percorso parlamentare della legge delega. Dopo le audizioni, ci sarà la discussione generale che dovrebbe durare due settimane, poi si valuteranno gli emendamenti prima del voto e del passaggio in aula. La minoranza del Pd è pronta a dare battaglia, ma Renzi ha
fretta e l’ipotesi della fiducia anche alla Camera è sempre più probabile.

Camusso: il caporalato è una forma di criminalità organizzata

"Il caporalato va considerato un' attività della criminalità organizzata, è una tratta delle persone, una forma di schiavismo. Per questo va assolutamente completata la legge. Un primo risultato c'è stato ma non è assolutamente sufficiente". Lo ha detto ieri Susanna Camusso ad un incontro sul Made in Italy al Salone del Gusto-Terra Madre di Torino. "Da quella legge nelle ultime ore è scomparsa la corresponsabilitàdelle imprese. Il caporalato resta un grave problema: non si può fare finta che non sia un comportamento diffuso. E in questa battaglia le organizzazioni professionali ed il mondo della cooperazione non possono chiamarsi fuori". "Spesso - ha aggiunto Susanna Camusso - il lavoro agricolo è pagato troppo poco per il valore che ha il lavoro delle persone impegnate nelle campagne e per il valore del cibo".

La svolta della legalità. Riparte il viaggio Cgil per l’Italia

“Legalità: una svolta per tutte”. La nuova campagna promossa dalla Cgil centrata sul contrasto alla corruzione e all’evasione, sul sistema degli appalti, sulla lotta alla criminalità organizzata, segna un nuovo importante passaggio. Oggi, infatti, partirà da Milano il 'Viaggio della legalità', prima tappa di un viaggio che percorrerà l'intero paese, toccando luoghi diversi e significativi, per raccogliere ricordi e storie, fatti ed esperienze per testimoniare il rapporto vitale ed indissolubile tra legalità e lavoro. Il 'Viaggio della legalità' prevede unl programma fitto: un incontro con il Prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, e poi con le autorità cittadine in piazza Scala. Agli incontri parteciperanno il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso; il segretario nazionale, Gianna Fracassi; il segretario generale della Cgil Lombardia, Elena Lattuada; il
segretario confederale regionale, Graziella Carneri; il segretario organizzativo della Camera del Lavoro di Milano, Claudio Cerri; il responsabile del Progetto Expo Cgil Milano, Antonio Lareno. Intorno alle  10 è prevista la conferenza stampa del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, presso l'Expogate. E’ stata scelta Milano "perché luogo emblematico dell’attinenza dell’evento Expo alle questioni al centro della campagna per la legalità, a giudicare dai fatti più recenti e dagli interessi che attorno ad Expo gravitano, suscitando seri elementi di preoccupazione".

Bce: Megale (Fisac Cgil), ok stress test, ora subito il rinnovo del contratto

 "Come indicato anche da Bankitalia, il nostro sistema bancario supera la prova degli stress test, confermando la sua solidità, e questo è un fatto positivo. A maggior ragione se si considera il ruolo importantissimo, fatto di professionalità e competenza e di attenzione ai clienti, svolto dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore. Ora si torni a fare banca al servizio del paese, rilanciando gli investimenti e riducendo gli emolumenti dei top manager, rinnovando senza più alibi il contratto nazionale nei tempi previsti". È quanto afferma il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale. "L'esito degli stress test - prosegue - arriva nel pieno di una crisi durissima e con diversi governi passati che, a differenza di altri paesi, non hanno fatto alcuna politica per il settore. È in questo contesto che vanno letti i brillanti risultati di alcuni gruppi, come Unicredit e
IntesaSanPaolo, e la bocciatura di Mps e Carige". Per questi ultimi due, osserva il leader della categoria dei lavoratori del credito della Cgil, "per i quali i lavoratori stanno pagando prezzi altissimi in termini di occupazione, è indispensabile che già da domani vengano convocati incontri con i coordinamenti sindacali, per indicare che cosa si intenda fare, avendo chiaro che i lavoratori hanno già dato”.

Analisi, commenti e interviste

Sul Corriere della Sera da segnalare tra le altre cose l’intervista di Paolo Leprial ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble secondo il quale la riforma del lavoro in Italia è necessaria per far ripartire l’economia. (p.6). A proposito di rapporto tra Europa e Italia e di manovre economiche, segnaliamo anche un commento di Gianfranco Polillo, ex sottosegretario all’Economia con il governo Monti sull’Huffingoton Post: “I dubbi di Bruxelles sulla manovra sono fondati”. Da Repubblica di oggi segnaliamo due approfondimenti sullo scontro interno al Pd e sullo scontro continuo di Renzi con la Cgil: l’analisi di Tito Boeri sull’essenza di una vera riforma del lavoro (“Governo e sindacato battano un colpo”, p.25) e la riflessione di Ilvo Diamanti sulla trasformazione del concetto di partito (“Il Ri-partito della nazione”, p. 25). Per quanto riguarda la
bocciatura di Mps e Carige da parte della Bce, sempre da Repubblica segnaliamo l’approfondimento di Federico Fubini (“Il tempo degli sconti è ormai finito”) e il reportage da Siena di Roberto Mania, “Siena, doccia  gelata sulla città sconfitta” a proposito ovviamente di Monte dei Paschi di Siena. La Stampa apre con le dichiarazioni di ieri del premier Renzi e propone vari approfondimenti sul tema, a partire dall’editoriale di Elisabetta Gualmini, “Il nuovo partito comincia qui”. Interessante anche il dossier di Paolo Baroni sulle forme contrattuali, “Gli ultimi contratti quasi tutti precari” (nel secondo trimestre del 2014 solo uno su sei contratti è a tempo indeterminato, p.7). A proposito del Pd, La Stampa propone anche una intervista a Rosy Bindi alla quale non piace il modello Serra: “Se Matteo svuota tutto rischiamo di uscire dai confini del centro
sinistra” (Francesca Schianchi a p.4). Sempre sul Pd l’analisi di Jacopo Iacoboni sull’assalto al carro del renzismo. (p.5). Sui guai interni al Pd e in particolare sulle ultime uscite del finanziere Serra ormai in posizione stabile sul carro del renzismo, parla un altro nuovo ingresso: Gennaro Migliore, che in una intervista sul Mattinocritica le uscite di Serra sul diritto di sciopero. (Adolfo Pappalardo a pagina 5). Per quanto riguarda il Pd, c’è da segnalare un commento di Stefano Follisul Sole 24 ore dove si paragona addirittura la Leopolda a Bad Godesberg la località della storica svolta dei socialdemocratici tedeschi. Sul Corriere della Sera è Maria Teresa Meli a scrivere il retroscena sullo mosse di Renzi per dividere la Cgil e mettere la sinistra nell’angolo (p.8). Sempre sul Corriere Antonella Baccaro intervista il nuovo segretario della Cisl, Anna Maria Furlan: Le
critiche della Cisl sulle misure, ma no allo sciopero (p.11). Sulle risposte di Susanna Camusso a Renzi scrive anche Il Tempo: “Noi antichi? E’ lui senza argomenti” (p.5). Infine ci sono da segnalare vari articoli sulla eventualitàche si vada a una scissione del Pd. Sul giornale nazionale (Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno) scrive Ettore Maria Colombo: “Scissione, vecchia guardia spaccata, ma c’è chi punta su Landini leader” (p.2). Su questa ipotesi parla lo stesso Maurizio Landinisu Repubblica, intervistato da Umberto Rosso: “Non farò il capo della sinistra. Il lavoro garantito? Non c’è mai stato” (p.9). Sulla scissione parla anche Gianni Cuperlo sul Corriere della Sera: “Scissione? Sarebbe colpa di Matteo. Per intervenire alla Leopolda bisogna inviare il testo. Togliatti era più liberale”. Sull’Huffington Post parla Stefano Fassina: “Una scissione è già in atto. Renzi ci tratta da nemici”.

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