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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Verso il 25 ottobre contro il Jobs act tra manifestazioni e scontri interni al Pd. Segnalazioni dai quotidiani di venerdì 10 ottobre


In tutta l’Italia la Cgil sta preparando la grande manifestazione del 25 ottobre contro le misure del governo sul lavoro e per lanciare una grande campagna per l’estensione dei diritti e il superamento della precarietà. Il presidente della Bce, Mario Draghi cerca di rassicurare dicendo che non ci saranno migliaia di licenziamenti e che lo scopo delle riforme e del Jobs Act è solo quello di assumere giovani. Vista una recessione così lunga, ha spiegato ieri Draghi, le imprese che volevano licenziare lo hanno giàfatto. E quindi ora tocca ai governi fare le riforme altrimenti saranno cacciati. Ma intanto in Italia la decisione del governo di ricorrere alla fiducia compromette il dibattito parlamentare. Il premier Renzi in Tv ha anche rincarato la dose, annunciando una possibile richiesta di fiducia anche a Montecitorio, “ma se fanno velocemente non ce ne sarà bisogno”. Su La Stampa parla il ministro Poletti che spiega il nuovo contratto a tutele crescenti e parla di quel che rimane dell’articolo 18. Cresce intanto la voglia di resa dei conti nel Pd contro i dissidenti, perché Renzi non tollera “precedenti”. Presentati a Palazzo Chigi i nuovi piani della spending review. Tagliate le spese di tutti i ministeri, ma la più colpita rischia di essere ancora una volta la scuola pubblica. L’appuntamento con la Legge di stabilità è per mercoledì della prossima settimana. E mentre si discute in astratto di diritti e tutele, il gruppo siderurgico Thyssen fa saltare il tavolo di confronto sul futuro dello stabilimento di Terni e il governo rimane alla finestra senza un piano alternativo. Ora sono a rischio 537 posti di lavoro. Oggi il segretario generale della Cgil Susanna Camusso sarà a Torino per partecipare all’attivo delle delegate e dei delegati della Cgil in preparazione della manifestazione di piazza San Giovanni.

JOBS ACT. LA FIDUCIA E’ STATA UNA FORZATURA PALESE

“Con la richiesta della fiducia sul Jobs Act il governo, dopo aver negato il confronto con la rappresentanza del lavoro, ha compiuto una palese forzatura che ha compresso il dibattito parlamentare, ha posto le basi per un’ulteriore precarizzazione dei giovani lavoratori, ha tolto diritti invece di estenderli, ha accentuato una logica di subordinazione del lavoro nei confronti dell’impresa, ha aperto spazi all’arbitrio e al sopruso”. Lo si legge in una nota diffusa ieri dalla Cgil.“Con una maggioranza assai risicata (solo 5 voti in più del necessario) - sottolinea il sindacato di Corso d’Italia - è stato approvato un disegno di legge delega lacunoso, ambiguo, indefinito e, in molte parti, sfuggente nei criteri”. “La fiducia richiesta al Parlamento ha avuto come unico fine quello di portare in Europa lo scalpo dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Un obiettivo apertamente dichiarato dal governo che, a fronte di quanto emerso dal vertice europeo svoltosi ieri a Milano, si è rivelato debole e fallace. Dietro le dichiarazioni di facciata non sembra, infatti, essere emersa alcuna effettiva ed efficace apertura, né alcun diverso indirizzo per politiche economiche espansive dell’Unione”.

INTERVISTE SULLO SCONTRO NEL PD

Tra interviste e i commenti di oggi sulla politica, da segnalare una serie di interviste a Walter Tocci, il senatore del Pd che si è dimesso per non votare il Jobs Act. Oggi Tocci parla su Repubblica in una intervista di Sebastiano Messina (p.3), sul Messaggero intervistato da Claudio Marincola. Intervista a Tocci anche su La Stampa a cura di Francesca Schianchi, mentre sul manifesto il senatore dissidente risponde alle domande di Daniela Preziosi (p.4). Sul Tempo l’intervista a Tocci è di Antonio Angeli. Sempre sulla situazione del Pd sul Fatto Quotidiano parla Roberto Giachetti: “Quei tre dissidenti sono già fuori dal partito”. Da Libero segnaliamo l’intervista a Cesare Damiano: “La delega è troppo generica, a rischio le modifiche dell’art.18”. Ancora su Repubblica è Goffredo De Marchis a fare il punto sullo scontro nel partito: “Il premier vuole processare i tre dissidenti, non voglio precedenti”.

ALTRI COMMENTI E APPROFONDIMENTI

Da segnalare, sui problemi del lavoro e in particolare sul lavoro pubblico, un interessante intervento di Oberdan Forienza, consigliere di Stato e segretario generale della Giustizia amministrativa sul Corriere della Sera(p.30): “Se si toglie dignità ai dipendenti pubblici”. L’esigenza di razionalizzare, qualificare e semplificare la pubblica amministrazione è reale. Ma essa è un insieme di servizi per i cittadini, specie i più deboli: dipingerla come un covo di ladri è sbagliato e pericoloso. Sul Sole 24 (p.3), Marco Mobili e Marco Rogarifanno il punto sulla nuova spending review: “Tagli alla spesa, ecco il piano dei ministeri. Obiettivo minimo 3 miliardi, la metà da Istruzione e Lavoro. Nel merino sgravi per i contratti aziendali e Caf. Nel pezzo di Rogari e Mobili parla il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta.

Approfondimenti