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30 settembre: è la Giornata Mondiale contro l'incenerimento dei rifiuti


Il 30 settembre in oltre 30 Paesi del mondo per iniziativa della “Global Alliance for Incinerator Alternatives” si svolgono centinaia di iniziative in occasione della GIORNATA MONDIALE CONTRO L’INCENERIMENTO DEI RIFIUTI, che quest’anno è dedicata a promuovere l’ALTERNATIVA RIFIUTI ZERO.

Le problematiche relative alla produzione di rifiuti hanno assunto, negli ultimi decenni, proporzioni sempre maggiori in relazione al miglioramento delle condizioni economiche, al veloce progredire dello sviluppo industriale, all’incremento della popolazione e delle aree urbane. La produzione dei rifiuti è, infatti, progressivamente aumentata, e sempre più spesso rappresenta un problema sociale ed ambientale. Nel corso degli anni, abbiamo assisitito a numerosi eventi critici al riguardo, e nonostante i toni propagandistici degli ultimi governi i problemi persistono, ripresentandosi continuamente con maggior entità.

Il 30 settembre sono in programma attività di informazione, sensibilizzazione, mobilitazione e protesta in decine di paesi del mondo, tra cui l’Italia, a sostegno della campagna mondiale per bloccare i fondi indirizzati a ingannevoli progetti di gestione dei rifiuti, come gli impianti di incenerimento, chiamati in Italia 'termovalorizzatori', che di fatto stanno aggravando la crisi climatica, le condizioni di salute ed ambientali, oltre a togliere posti di lavoro nel settore del riciclo.

In Italia gli inceneritori assorbono il 15% dei rifiuti raccolti, corrispondenti a circa 4 milioni di tonnellate. Il numero degli impianti di incenerimento attivi è di 55 (dati Ispra 2007), il 60% dei quali è localizzato nel nord Italia. L'incenerimento dei rifiuti è molto costoso, crea pochi posti di lavoro, spreca energia, fa ritardare la lotta contro il riscaldamento globale, distrugge risorse limitate e non è sostenibile. Numerosi studi dimostrano, infatti, che l’inceneritore, non risolve il problema dei rifiuti eliminandoli, ma semplicemente li trasforma in una composizione chimica differente, rendendoli anche più nocivi dei prodotti di partenza, restitutendo all’ambiente: fumi e polveri di scarico che andranno in atmosfera (con un raggio di ricaduta di 30 km), ceneri nocive che andranno in discariche speciali ed acque di scarico inquinate che comprometteranno falde e terreni. Inoltre, il trattamento dei fumi con additivi e l’ossigeno usato per la combustione aumentano il bilancio degli scarti e la loro massa finale.

Fortunatamente, esistono soluzioni alternative per risolvere la crisi dei rifiuti secondo un’ottica a lungo termine. Prima di tutto, questo significa la realizzazione di strategie di prevenzione e la riduzione dei rifiuti, l’eliminazione delle sostanze chimiche tossiche nei prodotti e negli imballaggi, la separazione alla fonte dei rifiuti, il compostaggio, l'inserimento sociale e sostegno al settore informale del riciclo e alla responsabilità estesa del produttore.

Dunque, costruire gli inceneritori è oggi più che mai uno spregio al territorio e uno sperpero di pubblico danaro inaccettabile tanto più quando esistono concreti esempi virtuosi a livello nazionale ed internazionale che dimostrano la praticabilità del percorso verso Rifiuti Zero. L’incenerimento dei rifiuti si basa su di un approccio autoritario ed inconcludente, l' unico mod0 per "valorizzare" i rifiuti è l'economia circolare con il riuso e il riciclo dei materiali, potenziando al massimo la raccolta differenziata, mentre l'incenerimento, anche se con recupero energetico, costituisce comunque semplice smaltimento.

La CGIL, partecipa con interesse alla giornata contro l'incenerimento dei rifiuti e, richiede ancora una volta al Governo e alle Autorità competenti, un vero piano nazionale per la messa in campo di una politica efficace e lungimirante per la gestione integrata del ciclo dei rifiuti, che salvaguardi il benessere dell’ambiente e delle popolazioni che lo abitano.

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