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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

PILLOLE DI CARTA

La riforma del lavoro tra apppelli di Napolitano e annunci di mobilitazione. Segnalazioni dai quotidiani di martedì 23 settembre


Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, scende in campo a favore delle riforme del lavoro e invita il governo ad andare fino in fondo nel superamento delle norme e degli attuali equilibri, mettendo sullo stesso piano “conservatorismi, corporativismi e ingiustizie”. Gli risponde dagli Usa il premier Matteo Renzi: è il momento di cambiamenti anche violenti. E’ altissima la pressione della Germania della cancelliera Merkel e della finanza internazionale che pretendono le riforme come unica condizione per cedere un qualcosa sulla flessibilità nel controllo dei conti pubblici. E sulla stampa italiana e nell’opinione pubblica nostrana emerge intanto in questi giorni un quadro preoccupante sulla percezione dei problemi reali, quasi una distorsione o illusione ottica. Per molti commentatori il problema principale è diventato infatti la cancellazione del sindacato e della rappresentanza delle persone che lavorano. Si rovesciano così i termini della questione perché – come ha detto ieri il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso – il tema vero dovrebbe essere quello della estensione dei diritti, della creazione di nuovi posti di lavoro, del superamento del dualismo del mercato del lavoro, che non è certo da addebitare alla responsabilità dei sindacati e dei delegati che rappresentano i lavoratori. Proseguono in queste ore i contatti tra le segreterie nazionali di Cgil, Cisl, Uil per mettere a punto una proposta unitaria di mobilitazione: in programma un vertice per venerdì . E intanto di lavoro si muore ancora: ieri quattro operai sono rimasti soffocati ad Adria nel Polesine per l’esalazione di gas velenosi. La denuncia della Cgil: non rispettate le norme di sicurezza.

CAMUSSO: L’OBIETTIVO E’ L’ESTENSIONE DEI DIRITTI, NON LA CANCELLAZIONE
Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso è intervenuta di nuovo ieri con chiarezza nel dibattito sulle riforme del lavoro. “Il tema – ha ribadito Camusso – non è cancellare i diritti, ma estenderli a chi non li ha. Uno scambio tra reintegra e ammortizzatori sociali non ci può essere”. Il problema della disoccupazione e del dualismo del mercato del lavoro non si risolve certo con la cancellazione dei diritti. Caso mai l’obiettivo dovrebbe appunto essere quello della estensione dei diritti a chi oggi non li ha. Della dichiarazione di ieri del segretario generale parla Giorgio Pogliotti sul Sole 24 ore (p.4). “La Cgil ha già detto e continuerà a ribadire che inizierà la mobilitazione. Sarebbe utile per tutti che fosse unitaria, ma comunque noi non ci tireremo indietro”. Per quanto riguarda l’iter parlamentare della riforma del lavoro, Susanna Camusso ricorda che “la ragione per ricorrere al decreto legge è l’urgenza, non mi pare che riformare una legge che regola tutto il capitolo dei diritti e delle condizioni dei lavoratori abbia ragioni né di urgenza, né la possibilitàdi essere tradotto in un decreto”. Dello scontro sul lavoro parlano oggi praticamente tutti i quotidiani. Sul Corriere della Sera scrive Andrea Ducci(p.10): “Ingorgo di emendamenti, il Jobs Act rischia di rallentare. La Cgil: in piazza anche soli”. Nel sottotitolo: oltre la sinistra Pd, Sel e M5S pronti alle barricate. Della presa di posizione della Cgil parla Francesca Schianchi su La Stampa (p.4), “Articolo 18, Camusso: andremo in piazza anche senza Cisl e Uil, il segretario della Cgil conferma la mobilitazione”. Su Europa, con la consueta antipatia nei confronti della Cgil, Nicola Mirenziparla di “mobilitazione spuntata della Cgil, senza convinzione, né (forse) unità”. Il manifesto mette invece in evidenza un sondaggio dell’Ispo, secondo cui il 55% degli under 35 intervistati è contro la cancellazione dei diritti e pensa che il superamento dell’articolo 18 sarebbe solo un danno. “I giovani italiani vogliono il 18. Cgil: in piazza anche da soli” (p.2). Su Repubblicada segnalare una ricostruzione sul futuro dell’articolo 18 a cura di Federico Fubini.


IL VIAGGIO DEL JOBS ACT. GLI APPUNTAMENTI DI QUESTI GIORNI
Sul sito di rassegna (www.rassegna.it) si fa il punto dell’iter parlamentare e politico della legge delega, il Jobs act, che è approdato in aula al Senato in un crescendo di polemiche, sia tra il governo e i sindacati, sia all'interno del Pd. I nodi da sciogliere sono diversi e riguardano non solo l'art.18, ma anche altri punti fondamentali: in primis la genericità della delega richiesta dal governo; poi la quantità di contratti esistenti da sfoltire, l'allargamento degli ammortizzatori sociali e la voce 'demansionamento' che qualcuno definisce "un vero e proprio buco nero" in cui non si sa cosa si possa trovare. Ed è su questi argomenti che si concentra la discussione per trovare punti di incontro. Ecco le scadenze: oggi si terrà l'assemblea dei senatori del Pd alla quale parteciperà il ministro del lavoro Giuliano Poletti; domani il provvedimento arriverà in aula al Senato, ma
i giorni successivi saranno tutti dedicati al dibattito. Dal punto di vista politico l'appuntamento importante è quello della segreteria del Pd fissata per lunedì prossimo, 29 settembre. Il governo punta a incassare il primo via libera dal Parlamento entro l'8 ottobre, data del vertice europeo sull'occupazione convocato da Renzi a Roma. I temi chiave in queste ore sono tre: allargamento dell'Aspi anche ai lavoratori ora non tutelati; incentivi fiscali alle aziende che abbiano intenzione di assumere a tempo indeterminato; indennizzi al posto del reintegro in caso di licenziamento per motivi economici.


MOBILITAZIONI IN DIFESA DELL’ARTICOLO 18. L’APPELLO DEI CHIMICI
Netta presa di posizione e appello a tutto il sindacato da parte dei segretari generali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil Emilio Miceli, Sergio Gigli, Paolo Pirani a proposito delle misure sul lavoro e l'art. 18 annunciate dal governo. "E' il tempo - sottolineano i segretari - di una grande battaglia unitaria che unisca tutti i lavoratori e tutte le forze disponibili, perchè la gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti". "E' necessario - aggiungono -  un piano di iniziative unitarie e una grande campagna di informazione capillare affinché tutti i lavoratori, tutti gli italiani possano conoscere le misure sbagliate del Governo e così essere partecipi di una grande mobilitazione". Secondo i tre dirigenti sindacali il momento così difficile che il sindacato sta attraversando impone a tutti lo sforzo di superare le logiche di organizzazione per pensare in grande
all’unitàdei lavoratori e quindi del sindacato.

ALTRI QUATTRO MORTI SUL LAVORO. MANCA LA SICUREZZA

Un ennesimo, tragico, incidente sul lavoro ha causato ieri quattro nuove vittime, allungando questa drammatica striscia di morte che da settimane registra una preoccupante recrudescenza. Morti che ci dimostrano ancora come il tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro continui ad essere un'emergenza sottovalutata e colpevolmente derubricata nel dibattito pubblico”. E' quanto si legge in una nota diffusa ieri dalla Cgil nazionale e nella quale l'organizzazione “si unisce al dolore delle famiglie e dei colleghi dei quattro operai” che hanno perso la vita in un grave incidente sul lavoro avvenuto ad Adria, in provincia di Rovigo. “Sollecitiamo la Magistratura a fare al più presto luce su quanto accaduto oggi - prosegue la nota - e allo stesso tempo saremo al fianco dei lavoratori e delle famiglie perché sia fatta chiarezza al più presto. Un impegno però che deve investire anche il fronte politico: non bisogna, infatti, abbassare la guardia sulla questione sicurezza. E' necessario fare della prevenzione nei confronti degli incidenti sul lavoro, della questione salute, così come delle malattie professionali, un impegno centrale per il nostro paese e per il sistema produttivo tutto”.

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