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PILLOLE DI CARTA

Contro l'articolo 18 per nascondere il grande assente: l'economia. Segnalazioni dai quotidiani nazionali di mercoledì 17 settembre


Prospettive incerte e indicazioni vaghe sugli investimenti da mettere in campo per riattivare un sistema economico che risulta ancora bloccato, ma un’intenzione molto netta sulla riforma del lavoro e il superamento dello Statuto dei lavoratori. Il discorso dei mille giorni pronunciato ieri in Parlamento dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi ha fatto notizia sul web e nei titoli di apertura dei quotidiani di oggi soprattutto per l’annuncio dello “strappo” sull’articolo 18. Gli industriali intanto chiedono di riaprire il discorso sulla contrattazione per legare gli aumenti salariali direttamente alla produttività. Oggi a Roma il direttivo nazionale della Cgil.

NEL DISCORSO DEI MILLE GIORNI LA GRANDE ASSENTE E’ L’ECONOMIA

Manca l’economia. Mancano indicazioni precise sulle misure da adottare nelle prossime settimane e nei prossimi tre anni. Con una nota diffusa ieri pomeriggio la Cgil ha così commentato il discorso del premier Matteo Renzi in Parlamento.  “La grande assente nel discorso del Presidente del Consiglio – si legge nella nota online sul portale Cgil - è stata, infatti, l'economia che invece doveva essere quella su cui avrebbe dovuto incentrare il suo discorso. Nelle sue parole non si è visto il progetto a lungo termine, né sono state delineate le misure a breve”. “Anche sul lavoro il Presidente del consiglio non ha fornito che spunti allusivi. Sul lavoro il governo continua a dare messaggi contrastanti: da un lato i proclami sulla lotta al precariato, dall’altro il decreto sulla liberalizzazione dei contratti a termine. Ora si torna ad affermare la necessità di cancellare le differenze tra lavoratori garantiti e non. È quanto chiediamo da anni. Il governo sia coerente, superi il decreto Poletti e faccia una riforma vera cancellando le troppe forme contrattuali che precarizzano il lavoro”. “Sugli ammortizzatori scopriamo che la riforma si farà con la legge di stabilità e che si supererà la cassa integrazione. Ancora una volta - prosegue la nota - sono dichiarazioni oscure che lasciano dubbi sulla reale direzione riformista che il governo intende adottare. L'unica cosa condivisibile è che non c'è tempo da perdere per dare una scossa all'economia e al lavoro ma se la ricetta non cambia saremmo alle solite. Non è più possibile che a pagare il costo dei gravi errori che i governi precedenti hanno commesso siano ancora una volta i giovani, i disoccupati e i lavoratori. Non è più accettabile una politica e un governo che continui a ridurre le tutele destinando a chi lavora un unico campionato in serie B.

E SULL’ARTICOLO 18 ORA SPUNTA IL DECRETO LEGGE

Su tutti i giornali di oggi viene ripresa la notizia del decreto con cui il presidente del consiglio Matteo Renzi vorrebbe aggirare l’ostacolo della modifica dello Statuto dei lavoratori. “L’ipotesi di un decreto sull’articolo 18” è il titolo del pezzo di Andrea Ducci sul Corriere della Sera (p.5) in cui si spiega che il premier è ormai intenzionato allo starppo anche contro una parte del suo partito. Renzi vorrebbe accelerare anche sugli ammortizzatori sociali, mentre sulle ipotesi di cambiare l’articolo 18 per decreto si alzerà un forte sbarramento Nel pezzo di Ducci vengono citati Landini, Fassina e Angeletti. “Lavoro, la svolta di Renzi. Riforma subito per decreto e via anche l’articolo 18” è il titolo del pezzo di Francesco Bei su Repubblica. Bei spiega che Renzi avrebbe già deciso di varare il provvedimento a ottobre con la legge di stabilità per non “restare qui a vivacchiare”. Il premier sa bene “che la materia è pura lava”. Bei parla anche di un incontro segreto tra Renzi e il presidente della Bce Mario Draghi a Città della Pieve a metà agosto. In quell’occasione Draghi avrebbe chiesto a Renzi la riforma del lavoro in cambio di un aiuto della Bce. E ora il premier sarebbe intenzionato ad onorare quell’impegno. Sempre su Repubblica l’intervista a Stefano Fassina di Alberto D’Argenio, “Inaccettabile un diktat sullo Statuto. Anche il manifestopropone una intervista a Fassina a cura di Antonio Sciotto: “Il premier mi preoccupa, parla con le parole della destra”. Alessandra Ricciardi scrive su Italia Oggi: “Lavoro, Renzi pronto allo strappo”. “Lo sconcerto dei compagni. E nel Pd monta la fronda” è il titolo del pezzo di Laura Cesaretti su Il Giornale. Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, parla di “ultimatum alle Camere, pronti al decreto se la delega ritarda”. “Guanto di sfida a sinistra Pd e Cgil, sul lavoro pronto al decreto” è il titolo del pezzo di Ettore Maria Colombo sul Quotidiano nazionale (Giorno, Resto del Carlino e Nazione). Sul manifesto scrive Massimo Franchi, “Jobs Act anche per decreto”. Il commento del Sole 24 ore è affidato a Fabrizio Forquet, “Articolo 18, banco di prova di una nuova fase”. Sulla Stampa(che dedica l’apertura all’affondo sul lavoro) commenta Luca Ricolfi, “Occupazione, il governo non aspetti”. Il Fatto Quotidiano parla della minaccia di Renzi di ricorrere a nuove elezioni, mentre il manifesto titola “Lavoro a termine” con un editoriale del direttore Norma Rangeri, “Il paese che amo”.

ALTRI COMMENTI E ANALISI SUL LAVORO

La Confindustria chiede di riaprire il negoziato sui contratti. Lo annuncia sul Diario del lavoro (www.diariodellavoro.it)  Massimo Mascini secondo il quale gli industriali hanno già incontrato Cgil, Cisl, Uil per riaprire un discorso sulla contrattazione che sembrava chiuso con l’accordo sulle regole. “Ma cosa vogliono in pratica gli industriali? La prima cosa che chiedono è la prosecuzione del processo di decentramento della contrattazione. Passi in avanti in questo processo sono stati già compiuti, ma gli industriali pensano che si debba andare ancora avanti, legando sempre più indissolubilmente la dinamica salariale con la redditività e la produttività, delle aziende e del sistema economico nazionale. Per cogliere questo obiettivo, sarebbe importante che fossero previsti sgravi contributivi a favore di aumenti salariali connessi a questi parametri. Sgravi strutturali, da prevedere non solo per gli aumenti decisi contrattualmente, ma anche per quelli decisi unilateralmente se connessi a parametri verificabili. Ma il documento di Confindustria chiede anche che, pur mantenendo il doppio livello di contrattazione, sia prevista una maggiore derogabilità, dai contratti o dalla legge, normativa, ma anche salariale. Si dovrebbe in pratica consentire alle imprese di scambiare gli aumenti salariali stabiliti dai contratti nazionali con aumenti stabiliti in azienda e legati a parametri precisi e verificabili, per essere compresi nell’area degli aumenti sgravati da una parte della contribuzione”.

“UN PASSO PER LA PACE”. DOMENICA IN PIAZZA  A FIRENZE

'Facciamo insieme un passo di Pace', è questo lo slogan della giornata di mobilitazione nazionale ed internazionale promossa dalla Rete della Pace, a cui la Cgil aderisce, che si terrà a Firenze il prossimo 21 settembre in Piazza Michelangelo alle 11. Una iniziativa di mobilitazione straordinaria per fermare le guerre che circondano l'Europa, a partire dalla Palestina, al Medio Oriente, all'Ucraina, ma anche una giornata di riflessione, di conoscenza e di sostegno alla costruzione di un percorso di pace e giustizia. Da Firenze verrà lanciata, infatti, la piattaforma di richieste e di campagne per un cambio di passo delle politiche dei governi e delle istituzioni internazionali, “il passo di pace che dobbiamo fare è tanto urgente quanto ambizioso e difficile” scrivono i promotori nell'appello che si può leggere integralmente sul sito Cgil (Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci! e Tavolo Interventi Civili di Pace). Firenze sarà il punto di incontro e di ascolto delle testimonianze provenienti dai teatri di guerra e delle voci di chi si oppone in Europa e nel mondo alle politiche di guerra.

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