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Alimentaristi, scacco matto a Confindustria

Il segretario generale della Flai Cgil, Giovanni Mininni, racconta a Collettiva i retroscena di una strategia sindacale coraggiosa che ha rotto tutti gli schemi e ha portato a spaccare il fronte di Federalimentare


Essenziali, sì. Ma il contratto nazionale non ve lo rinnoviamo. In estrema sintesi, deve essere suonata così, l’antifona, agli addetti del settore alimentare, quando la controparte al tavolo di trattativa ha deciso, a metà aprile, di chiudere ogni spiraglio, trincerandosi dietro alla crisi economica. Eroici per tutti, insomma. Persino, probabilmente, per gli stessi falchi di Federalimentare, fino a quando non è arrivato il momento di riconoscergli il dovuto. E allora, il retroscena svelatoci dal segretario generale della Flai Cgil, Giovanni Mininni, sulla vittoria riportata dai sindacati in queste ultime ore, ci dimostra come le organizzazioni di rappresentanza siano ancora un potente veicolo di giustizia. Rompendo tutti gli schemi con una strategia inedita nella storia dei tavoli di settore, Flai, Fai e Uila hanno dato scacco matto alla controparte, dividendone il fronte. L’azione dei sindacati, bilanciando logica, evidenza della realtà e minaccia di mobilitazioni, ha convinto alcune singole associazioni che compongono Federalimentare e persino alcune grandi aziende ad abbandonare la linea dura, quella di Confindustria, e a firmare l’accordo. Se commentassimo una partita a poker diremmo che il bluff della Federazione non ha retto, a un punto tale che i sindacati, con un pizzico di follia e di coraggio, sono andati a stanare le associazioni e le aziende una per una. “Il nostro lavoro è spesso schematico – racconta Mininni – e a volte dimentichiamo di avere un lato creativo che, di fronte a problemi apparentemente insolubili, può diventare l’arma in più”.

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